Runner's World Italia - Ottobre 2016, 16.10.2016

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//-->GUIDA SCARPE21NUOVI MODELLIWWW.RUNNERSWORLD.ITOTTOBRE 2016Il potereDAI5 KMALLAMARATONAStabilisci il tuoritmo gara conil training testcorsaa ogni livello!Scopri come gestire la faticae trasformarla in una potente alleatadella10MINUTI SPESIBENE A FINEALLENAMENTOFai questi esercizi...(PAG. 73)MIND & BODYNiente stress se usi la testaProve RipetutePerché sono cosìimportanti per teInstantENERGYGel, barretteo drinkmentre corri.Cosa è meglio?MISTER NIKE STORYIl running secondoPhil KnightMENSILE - ANNO 11 - NUMERO 10ISSN 1827-2045€5,50in ItaliaLA RIVISTA DELLA CORSA PIÙ LETTA AL MONDON4100-2WINBRIGHTE X T R E M EP R O T E C T I O Nwww.diadora.comTRAYVON BROMELLTEAM NB RUNNINGEZEE RUSHEnergia in ogni passocon la nuovissima intersuola in Rapid Rebound.Libera la tua velocità.newbalance.it/vazeeEDITORIALEQUELL’AMICO COSÌ KENIANOUNO DEGLI ATLETI CHE MI HA FATTO INNAMORAREdell’atletica convincendomia continuare a correre era keniano. Si chiamava (si chiama ancora) Kipchoge Keino e aveva unostile di corsa a dir poco regale. Nel 1968 aveva vinto a Città del Messico l’oro olimpico dei1500 metri e l’argento dei 5000. L’ho visto correre dal vivo alla Cinque Mulini, la più classicadelle nostre campestri, alla quale avevo partecipato nella categoria Allievi. Non erano tanti, a cavallotra gli anni Sessanta e Settanta, gli africani che venivano a gareggiare in Italia, solo i migliori.E nel mio immaginario Keino, il super atleta degli altipiani, rappresentava il mio ideale di corridore.Gli scattai con la mia macchinetta fotografica basica una foto in bianco e nero che risultòparticolarmente riuscita, con il soggetto a fuoco e lo sfondo mosso. A quel “santino” del campioneche pareva circondato da un’aura luminosa mi rivolgevo nei momenti di stanca.Negli anni ho conservato la mia ammirazione per gli splendidi corridori keniani, in particolareper alcuni altri campioni “passati” per il nostro Paese e restati per un po’ Vederli gareggiare dal vivo.era un privilegio, ritrovarli sul gradino più alto di podi più prestigiosi una goduria. Ricordo, negli anniOttanta, Paul Kipkoech, diventato campione mondiale dei 10000 a Roma ’87. Negli anni Novantai Keino di turno si chiamavano Moses Tanui e Paul Tergat (coi loro record mondiali sulla mezzamaratona stabiliti alla Stramilano) che erano spesso dalle nostre parti perché seguiti nel brescianodal dottor Gabriele Rosa, come, negli anni Duemila, Martin Lel e Samuel Wanjiru.Poi l’Italia è diventata terra di conquista per tanti altri africani. Onesti comprimari dal Kenya,dall’Etiopia, dal Maghreb. Atleti in grado di primeggiare sulle nostre strade e sulle nostre piste,ma senza il carisma dei campioni che li avevano preceduti né tanto meno (a parte qualcheeccezione qua e là) la volontà di condividere il loro talento e le loro esperienze con la nostra gente.Non c’è fine settimana senza il report di una gara che “parla keniano”. Di altri Keino che lascinoun’impronta, però, manco l’ombra. Anche se da qualche tempo, in verità, ero tornato adammirare un bell’atleta dalla pelle d’ebano e dalle buone qualità atletiche: Thomas Lokomwa.Approdato in Italia, a Varese, grazie all’associazione Africa & Sport che sostiene progettisocial-sportivi in alcuni Paesi dell’Africa orientale (tra cui il Kenya, appunto) e supporta attivitàlegate alla corsa, per un paio d’anni Thomas si è fatto valere su strada (possono bastare duesuccessi alla Stramilano?) e in pista, integrandosi facilmente, trovandosi una compagna italianae facendosi molti amici che hanno apprezzato la sua intelligenza, la sua disponibilità e la suacapacità di relazionarsi. Da noi è cresciuto atleticamente e ha ampliato i suoi orizzonti umani.Poi ha voluto fare il grande salto, cambiando team e management e spostandosi in Toscana,ma è rimasto sempre legato al vecchio ambiente.Non aveva forse il talento dei campioni citati, Thomas, ma certo tanti sogni nel cassetto.Che non potrà vedere realizzati, perché il 21 settembre è morto in Kenya , a due passi da casa,in un incidente automobilistico. Sembra fosse uscito alla ricerca del segnale per collegarsi ainternet (ah, avessero la stessa difficoltà i nostri ragazzi malati di connessione troppo facile…!).Forse non era Keino, Thomas, lo ripeto, ma aveva una sua eleganza, nello stile di corsa e nei modi,che in altri, forse perché troppo “di passaggio” non ho avuto il tempo di notare. Grazie a lui il Kenya,degli altipiani sembrava essere diventato più vicino. «Noi ripetiamo sempre che dietro l’atleta c’èuna persona – mi dice Marco Rampi, il presidente di Africa & Sport – e Lokomwa era una personavera, oltre che un top runner». Forse proprio per questo la sua scomparsa ci colpisce doppiamente.Riposa in pace, Thomas, anche a nome di tutti coloro che hai contribuito a far innamorare della corsa.Marco MarcheiIl DirettoreThomas Lokomwafesteggiato dopo il primosuccesso alla Stramilano(la prima a destra èla scialpinista Chiara Raso,sua compagna nella vita),in un allenamento in pistae mentre spinge unacarrozzina dell’associazionepiacentina “Andrea e i corsaridella maratona”OTTOBRE 2016RUNNER’S WORLD3 [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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